Le miserie della politica

L’assessore Donini è entrato subito in campo per diffondere mutismo e rassegnazione sulla riapertura dei punti nascita di montagna, grazie all’azione (combinata?) con il primario di ginecologia di Reggio.

Eppure sono tanti i titoli di articoli di giornale nei quali il Presidente Bonaccini rilanciava la palla in campo avversario sostenendo che la Regione era pronta per la riapertura immediata dei punti nascita di montagna.

Ora invece parlano di carenza di organico, irreperibilità dei medici, una sorta di disastro naturale al quale è impossibile farvi fronte.

Assessore Donini: SVEGLIA!

E’ colpa vostra se per clientela elettorale in provincia di Reggio Emilia continuate a tenere aperti 6 centri ospedalieri mentre nelle altre provincie sono la metà.

Non avete il coraggio di scegliere.

Dato per acquisito che le risorse umane e finanziarie scarseggiano, dovete organizzare la logistica dell’assistenza: un centro fortemente attrezzato e anche specializzato a Reggio e due strutture ai poli opposti della provincia, Guastalla e Castelnovo Monti, perché la priorità del servizio è la copertura territoriale.

Invece riaprite sulla base del peso elettorale, così come non avete voluto chiudere Scandiano, Mirandola e Cento nonostante le donne non ci vadano a partorire perché preferiscono altri punti nascita.

Siete schizofrenici: dite che bisogna partorire in grandi centri per la sicurezza di mamma e bambino e riaprite quelli secondari, Montecchio e Guastalla, tacendo sulla presunta insicurezza.

Ma Castelnovo era il più sicuro di tutti ed era anche l’unico con un proprio reparto di terapia intensiva.

Avete così desertificato l’assistenza al parto su tutta la montagna emiliana usando l’alibi meschino della sicurezza, favoleggiando donne con le doglie in elisoccorso e donne nullafacenti in foresteria per partorire giù in città, idee che solo il peggior maschilismo può partorire.

E non dica bugie per allontanare la vostra responsabilità: il punto nascita non è stato chiuso con provvedimento ministeriale, in quanto era solo un parere consultivo dato su richiesta della Regione preso sulla base di dati completamente distorti.

I punti nascita sono stati chiusi con delibera della Regione, unica istituzione con potere di gestione sulla sanità, quindi per volontà di Bonaccini.

Tant’è che in Toscana, sulla base di analogo parere negativo sul punto nascita di Piombino, la Regione non lo chiuse e inviò al Ministero richiesta di revisione del parere.

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