Pubblichiamo un estratto della valutazione tecnica contenuta nel Piano di Fattibilità dell’Ausl per la riapertura del punto nascita dell’ospedale Sant’Anna.
Il documento è in realtà un piano di resistenza e boicottaggio al progetto di riapertura.
Ben 13 pagine delle 18 sono dedicate a mostrare numeri che giustificano l’esistenza per un solo punto nascita provinciale, il costituendo Mire da 42 milioni di euro, con buona pace quindi anche dei punti nascita di Montecchio e di Guastalla, oltre all’insostenibile Scandiano per numero parti, dotazione e inutilità logistica essendo a 10 minuti da Reggio e 10 minuti da Sassuolo.
La strategia è chiara: un megapartorificio a catena.
Nelle rimanenti poche pagine, oltre a descrivere le dotazioni e i costi per risorse umane, ambienti e attrezzature necessarie per legge e già presenti fino al 2017 e poi ridistribuite o abbandonate in magazzini, si trova l’ASSO DI BRISCOLA della dirigenza medico sanitaria reggiana: la valutazione tecnica strutturale.
Avendo dei soldini da spendere grazie al PNRR l’Ausl mette mano all’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti demolendo e ricostruendo l’intero edificio H, ovvero tutta l’ala che oggi rappresenta l’ingresso dell’ospedale, e ponendo in opera interventi meno radicali di adeguamento dell’edificio I, con l’obiettivo di mettere a norma queste parti di ospedale oggi classificate con rischio sismico elevato.
In quest’ultimo edificio, dove saranno fatti solo interventi di adeguamento, c’è il Punto Nascita e il reparto di Ostetricia e Ginecologia, vuoti da degenze da 5 anni ma ristrutturati di recente e facilmente ripristinabili per rientrare in funzione.
Ma è qui che l’Ausl cala la PITA: quello spazio serve per la ristrutturazione dell’intero ospedale. “Per poter agire nel corpo I SENZA SOSPENDERE L’ATTIVITÀ ATTUALMENTE PRESENTE, è necessario operare una completa riorganizzazione degli spazi interni dell’Ospedale e la realizzazione di nuovi percorsi interni e di percorsi per l’utenza che proviene dall’esterno.”
Proprio non entra nella loro testa che Punto Nascita e reparto di Ostetricia e Ginecologia erano già attivi dall’epoca del senatore Marconi e che è una PRIORITÀ ripristinarli su mandato del Presidente Bonaccini.
Addirittura si permettono di scrivere che avendo spostato in quei locali le attività del consultorio e della pediatria di comunità, essi NON SARANNO DISPONIBILI FINO ALLA REALIZZAZIONE DELLA CASA DELLA SALUTE, progetto pensato in questi ultimi mesi giusto per captare i soldi del PNRR e chissà se e quando mai sarà realizzato.
Tutto questo la dice lunga sulla DISPONIBILITÀ MENTALE a riaprire il punto nascita del Sant’Anna: in coda a tutte le loro agende e fantasie.
E per quanto l’Ausl si copra di ridicolo con precisazioni sui tempi di realizzazione (“ENTRO” e non “AL” 2026), le ultime righe del loro piano di infattibilità parlano chiaro, Tempogramma: completamento dei lavori strutturali del corpo I dell’ospedale, 2026.
C’è proprio da star sereni sui tempi della macchina pubblica.
A proposito, cara AUSL: l’incontro con la cittadinanza a Castenovo che avete tenuto a precisare sui giornali non è avvenuto il 9 aprile 2022 ma il 6 maggio.
Aggiornate l’agenda.