il 4 ottobre del 2017, 4 anni fa, il Ministero della Salute diretto da Beatrice Lorenzin diede parere negativo (seppur consultivo) alla richiesta di deroga alla chiusura dei piccoli punti nascita presentata dalla Regione Emilia Romagna. Immediatamente dopo la Regione ne deliberò la chiusura.
Fu il peggio della politica perché con l’inganno ed il sotterfugio venne negato il diritto alla deroga che spetta ai punti nascita delle zone orogeografiche disagiate e fu così eliminata l’assistenza al parto nell’intero territorio montano dell’Emilia Romagna.
Da allora è stata una via crucis di elicotteri e parti lungo le strade, mentre i dati veri sull’esito delle nascite sono chiusi dentro i cassetti.
Dalla vigilia delle elezioni regionali del gennaio 2020, Bonaccini ha cambiato atteggiamento: liquidato l’estremista Venturi, ha fatto ammenda per l’errore compiuto nel chiudere questi presidi sanitari essenziali per i territori dispersi ed ha più volte ripetutamente annunciato la riapertura.
Ma ad oggi per Castelnovo ne’ Monti non esiste nessuna iniziativa ufficiale.
Cosa si aspetta?
La foto: Gilbert Garcin Mister G – Il mulino dell’oblio