Riceviamo questo post da Carola Costella in nome delle mamme, mamme come noi, che hanno lottato, come noi, per la non chiusura del punto nascita del loro territorio, Borgo Val di Taro, e dopo per la riapertura. Lo condividiamo in pagina perchè loro come noi c’erano, da prima, da subito.
Non solo ora.
Stesse mamme, stessa lotta, stessi sentimenti.
Abbiamo fatto screen al post del candidato per non perdere nulla nella condivisione
Caro Matteo,
ho meditato molto sullo scriverti, ma, come ben tu ben sai, il mio animo ribolle di fronte alle mezze verità ed ai tentativi, più o meno goffi o raffinati, di indorare la pillola o cercar di circuire le persone come fossero tutte rincretinite e ottuse.
Tu dov’eri quando la gente del tuo paese, della tua vallata chiedeva tutto quello che ora dici si farà perchè si può fare?
Dov’eri quando ci rispondevano che non si poteva fare perché non c’erano i parametri di sicurezza che una legge sostenendola giusta, imponeva e non si potevano per tanto modificare?
Dov’eri quando le Madri tue conterranee, ogni giorno per un anno han presieduto la tenda, per portare avanti il sacrosanto diritto di mantenere il servizio deputato alla maternità che gli apparteneva da decenni?
Tu dov’eri?
Quante giovani madri han subito questa ingiustizia che oggi tu stesso sbandieri, felice che potrà forse essere cancellata?
Quante giovani madri han percorso chilometri lungo le tortuose strade montane fino in pianura, coi loro dolori, con le loro paure e a spese loro e delle loro famiglie?
Dov’eri quando il problema si è manifestato anche come problema sociale di differente trattamento per la popolazione Montana della tua vallata intera?
Dov’eri quando la regione ha votato la chiusura? Ha rifiutato la deroga? Dov’eri quando la gente, le persone proponevano tutto quel che citi in questo post, chiedendo incontri, manifestando pacificamente?
Dov’eri quando 500 borgotaresi firmarono per la deroga ben due anni fa?
Dove diavolo eri?
Caro Matteo,
comodo uscire oggi a 14 giorni dall’election day emiliano romagnolo per contentare il vulgo con trenta parole che potevano, no anzi, dovevano essere dette tre anni fa, immediatamente dopo la chiusura per evitare che il tempo impoverisse anche quel poco che restava rendendo poi ancor più difficile la eventuale riapertura del servizio.
Comodo farlo di rimpallo e presentarsi come eco profondo di qualcun altro per compiacerlo, senza mai averci messo prima la faccia e il cuore.
Comodo usare il problema e la sua prospettata soluzione oggi, per racimolare l’ultimo voto al foto finish per paura che il mal agire o il mancato agire ti releghi in panchina.
Comodo, facile.
E permettimi, pure molto poco dignitoso ed onesto nei confronti dei tuoi concittadini e conterranei, i quali non sono completamente deficienti. Essi sanno leggere, capire, dedurre, trarre opportune e intelligenti conclusioni.
Son nati pronti Matteo, sappilo.
Loro, il punto nascita lo hanno capito che s’era da riaprire da tempo memorabile e ci hanno messo faccia, cuore, animo. Ce lo hanno messo da cittadini semplici, senza tornaconti personali, solo per amore delle loro donne e dei loro figli, della loro terra.
Ma tu, nel frattempo, dove diamine eri?
La tua partecipazione di facciata, oggi, serve più a te che alla tua vallata.
L’oggi, vedi, conta zero.
Era ieri che dovevi partecipare.
Buona giornata.

