Dopo 5 anni di lotta, a 13 giorni dalle elezioni e in una girandola di fakenews, Bonaccini torna ad annunciare la riapertura dei punti nascita della montagna emiliana, esattamente come un anno fa.
Ma come un anno fa, non dice che li riapre lui, ma li riapre il Ministro Speranza, sconfessando quanto da anni sostengono i ministri del M5S.
Ammesso che questo governo abbia vita per campare, se è vero tutto ciò e non prendono in giro le donne della montagna, non occorre più aspettare: Bonaccini faccia questa delibera di riapertura subito, prima delle elezioni, che tanto ormai è tutto a posto.
Noi festeggeremo solo quando quel giorno arriverà.
Intanto continuiamo ad informare la gente.
A tal proposito ci preme rilevare che la scheda 15 del Patto della Salute citato da Bonaccini prevede la revisione del DM 70, ovvero il Regolamento che definisce gli standard dell’assistenza ospedaliera, e che però non comprende i parametri stabiliti nell’Accordo Stato Regioni del 2010 e neanche il decreto del 2015 sul protocollo per le deroghe a punti nascita in condizioni orogeografiche difficili.
Inoltre, mentre nella bozza del Patto della Salute del Ministro Grillo si faceva specifico richiamo ai punti nascita dicendo che una apposita commissione avrebbe rivisto i parametri entro 120 giorni, in quello approvato non c’è neanche l’ombra dei punti nascita.
Presidente Bonaccini, prima vedere il cammello, grazie.


