Voto di coscienza

Quando diciamo di votare secondo coscienza, la propria, lo diciamo sapendo che per alcune persone la scelta non sarà scontata ma sofferta.
Ci riferiamo al popolo della sinistra, un popolo vasto, da 75 anni maggioritario, che ha sempre creduto in valori positivi, importanti, ed ha costruito la qualità della nostra terra con il proprio impegno di lavoratore, di genitore, di giovane.
Per loro è difficile cambiare indirizzo al proprio voto, anche se sentono sulla propria pelle le contraddizioni fra la propaganda che ogni cosa trasforma in eccellenza e la vita reale che ha asciugato la montagna fino ad essere ormai viva solo nel capoluogo (Castelnovo), seppur sempre con maggiori difficoltà.
Questo popolo va rispettato, va capito anche e soprattutto per i timori che prova all’idea del cambiamento, dell’alternanza.
Non saremo certo noi a forzarne la mano.
Possiamo solo dire a questo popolo che noi siamo solo piccole donne e piccoli uomini che ci siamo impegnati in una battaglia più grande di noi e che abbiamo toccato con mano il cinismo del potere, pronto a spendere soldi per qualsiasi megalomania ma mai a dire ho sbagliato, scusate, rimediamo subito.
Perché il potere, di qualsiasi colore esso sia, si consolida e si cristallizza e più passa il tempo più diventa dominante e inscalfibile. E quello di casa nostra domina da 75 anni.
La democrazia non è un sistema perfetto, ma ha una prerogativa che gli altri sistemi non hanno: concede ogni 5 anni ai cittadini di promuovere l’alternanza, di spezzare i nepotismi, di rompere le caste.
Noi, nel nostro piccolo, non sappiamo chi è più adeguato a comandare, ma abbiamo capito quanto il potere attuale abbia perso contatto con la realtà e sia diventato prepotente con i più deboli.
La prepotenza verso le mamme ne è il più vivido esempio.
La montagna sta morendo giorno dopo giorno, ma chi governa la Regione pensa solo a fare strade in pianura, a costruire la piramide del MIRE ormai giunta a 42 milioni senza ancora avere posato un mattone, e a gettare qualche milione di prebenda ai sindaci della montagna ben sapendo che sono gocce disperse nel deserto.
Ben altra considerazione merita la montagna, per sé e per il sistema paese, attraverso una visione non assistenziale ma strategica, con investimenti che consentano di abbattere i tempi di spostamento e distribuire lavoro e popolazione nelle aree interne.
Ci vuole coraggio, occorre superare i recinti della paura e aver fiducia nel sistema democratico, sapendo che il motore che alimenta il miglioramento è proprio l’alternanza al potere e che se non rimarremo soddisfatti potremo di nuovo cambiare il nostro voto.
Ma lo ripetiamo ancora una volta, votate secondo coscienza, la vostra.

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